Trame
Luisa Baciarlini
⦿
Marzo 30, 2019

Le xilografie sono realizzate su legno di filo e linoleum.
I monotipi sono pezzi unici eseguiti col torchio utilizzando svariati materiali (metallo, legno, carta etc).
Le emulsiografie (termine coniato dall’autrice stessa) sono stampe fotografiche off-camera (senza l’utilizzo della fotocamera), realizzate in camera oscura per contatto. Luisa usa materiali di recupero attraverso cui la luce dell’ingranditore filtra lasciando una traccia. Il supporto è carta-cotone sensibilizzata a mano con emulsione liquida ai sali d’argento.
Il lavoro di Luisa Baciarlini si focalizza sul segno, elemento dalla forte autonomia comunicativa. Mai descrittive, le sue opere traggono tuttavia dal reale i tracciati sensoriali ed emotivi. La realtà che ci circonda è un insieme infinito di segni, che l’artista tenta di decifrare attraverso i suoi lavori. Fondamentale per Baciarlini è il processo-percorso tra l’idea e la realizzazione (il contatto fisico con la materia, gli strumenti per tracciare, incidere e scavare, l’inchiostro, il torchio, la camera oscura) tanto da definirsi un’artista-artigiana.
Un tema ricorrente nelle sue opere è quello delle trame, intrecci segnici che rappresentano tanto la sua ricerca estetica quanto una palese attinenza col Museo dell’Arte della Lana, luogo-testimone del passaggio profondo dalla storia alla creazione contemporanea.
Luisa Baciarlini nasce a Roma nel 1956. Si occupa di incisione, fotografia, pittura. È membro del consiglio direttivo della Stamperia Ripa 69 di Roma. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive.
Questa mostra è dedicata ad Albertina Fiorini.
La mamma di Luisa Baciarlini, Albertina Fiorini, era una stiana classe 1922, ex-dipendente del Lanificio che qui apprese la sofisticata arte del rammendo per poi portarla a Roma, lavorando con passione fino all’età di novant’anni e divenendo un punto di riferimento nella capitale, una vera istituzione. Baciarlini riscopre nel suo lavoro di artista il procedimento del tessere, il farsi e disfarsi delle trame segniche, un movimento che attraverso le generazioni si ri-manifesta e muta tornando in altra forma al luogo d’origine, il Lanificio di Stia.
La mostra TRAME è allestita nel percorso di visita del Museo dell’Arte della Lana dal 30 marzo al 5 maggio 2019.
IL PROGETTO SUL FILO DELLA LANA:
Da tempo a Stia, culla dell’arte della lana casentinese, si sentiva la necessità di tornare ad utilizzare la lana delle nostre pecore che ogni anno viene gettata via, spesso smaltita a caro prezzo dagli allevatori. Con l’apertura del Museo dell’Arte della Lana, quello che era un semplice pourparler ha iniziato a trasformarsi nella volontà di pensare ad un vero e proprio progetto di recupero delle lane del territorio. Nel 2014 il progetto Sul filo della lana ha finalmente preso vita grazie alla laboriosità e caparbietà di Angela Giordano, maestra tessitrice del Museo dell’Arte della Lana e fondatrice del Laboratorio Tramandiamo, gruppo di volontari che realizzano oggetti con le proprie mani tramandando l’arte del saper fare. Il progetto, il cui nome ricorda la bella esperienza svoltasi alla fine degli anni ‘90 a Stia e vuole di essa essere il naturale proseguimento, è stato promosso dalla rete “Musei ed Ecomusei del Casentino” che lo ha finanziato insieme alla Regione Toscana – progetto PIC 2016 – , al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e al Comune di Pratovecchio Stia. “Il Fosso”, “Casa Pallino”, “Rigoletto” e “La Chiusa” sono le aziende agricole di Pratovecchio Stia che hanno donato i velli delle loro pecore per un totale di circa 900 kg di lana sucida. Si tratta in maggioranza di pecore di razza sarda e appenninica e una piccola parte di pecore comisane. Dopo la tosa i velli sono stati trasportati a Miagliano (BI) dove il Consorzio The Wool Company , sotto la direzione di Nigel Thompson, esegue a regola d’arte la cernita, il lavaggio e l’asciugatura e rilascia le pagelle sulla qualità della lana selezionata. Sono rientrati a Stia circa 500 kg di lana lavata ed il Laboratorio Tramandiamo si è messo all’opera per iniziare a realizzare i manufatti adesso esposti nella mostra. Sarà possibile visitare la mostra fino al 17 marzo 2019, in orario di apertura del Museo. Nel periodo di esposizione, nell’aula didattica del Museo, si alterneranno vari laboratori per imparare a realizzare trapunte, giochi per bambini e oggetti in feltro.







