Museo della Lana

I mezzi della memoria in mostra

15 giugno -15 settembre 2019

Una provocazione, quella lanciata dal Museo aretino, per far riflettere grandi e piccoli visitatori sulla fragilità e sulla dubbia capacità di conservazione dei moderni supporti di cari ricordi. Il curatore della mostra pone con l’esposizione il visitatore davanti ad un punto di vista critico nei confronti della durevolezza dei supporti della nostra memoria. Una domanda a cui in pochi sanno dar risposte neanche troppo rassicuranti. Un’esposizione che porta il visitatore a riflettere, quindi, attorno a questa importante domanda con un excursus storico che indaga a fondo i diversi mondi dell’Immagine, della Scrittura e del Suono; tre diverse tematiche, da sempre, in continua evoluzione.

La mostra, visto l’alto valore didattico, è stata scelta per esser esposta in vari punti della Regione Toscana fra cui il MUMEC stesso, il Comune di Foiano della Chiana,  Monte San Savino ed il Palazzo del Consiglio Regionale della Toscana a Firenze. All’inaugurazione di sabato prenderà parte il Direttore del Museo dell’Arte della Lana di Stia – Dott. Andrea Gori, la Direttrice del MUMEC Museo dei Mezzi di Comunicazione di Arezzo – Dott.ssa Valentina Casi ed il curatore della mostra – Prof. Fausto Casi.

La mostra rimarrà esposta al Museo dell’Arte della Lana fino al 15 settembre.

IL PROGETTO SUL FILO DELLA LANA:

Da tempo a Stia, culla dell’arte della lana casentinese, si sentiva la necessità di tornare ad utilizzare la lana delle nostre pecore che ogni anno viene gettata via, spesso smaltita a caro prezzo dagli allevatori. Con l’apertura del Museo dell’Arte della Lana, quello che era un semplice pourparler ha iniziato a trasformarsi nella volontà di pensare ad un vero e proprio progetto di recupero delle lane del territorio. Nel 2014 il progetto Sul filo della lana ha finalmente preso vita grazie alla laboriosità e caparbietà di Angela Giordano, maestra tessitrice del Museo dell’Arte della Lana e fondatrice del Laboratorio Tramandiamo, gruppo di volontari che realizzano oggetti con le proprie mani tramandando l’arte del saper fare. Il progetto, il cui nome ricorda la bella esperienza svoltasi alla fine degli anni ‘90 a Stia e vuole di essa essere il naturale proseguimento, è stato promosso dalla rete “Musei ed Ecomusei del Casentino” che lo ha finanziato insieme alla Regione Toscana – progetto PIC 2016 – , al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e al Comune di Pratovecchio Stia. “Il Fosso”, “Casa Pallino”, “Rigoletto” e “La Chiusa” sono le aziende agricole di Pratovecchio Stia che hanno donato i velli delle loro pecore per un totale di circa 900 kg di lana sucida. Si tratta in maggioranza di pecore di razza sarda e appenninica e una piccola parte di pecore comisane. Dopo la tosa i velli sono stati trasportati a Miagliano (BI) dove il Consorzio The Wool Company , sotto la direzione di Nigel Thompson, esegue a regola d’arte la cernita, il lavaggio e l’asciugatura e rilascia le pagelle sulla qualità della lana selezionata. Sono rientrati a Stia circa 500 kg di lana lavata ed il Laboratorio Tramandiamo si è messo all’opera per iniziare a realizzare i manufatti adesso esposti nella mostra. Sarà possibile visitare la mostra fino al 17 marzo 2019, in orario di apertura del Museo. Nel periodo di esposizione, nell’aula didattica del Museo, si alterneranno vari laboratori per imparare a realizzare trapunte, giochi per bambini e oggetti in feltro.

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